da Sogno di un meriggio d’estate
[…]
Ieri notte i bambini non hanno dormito per niente. Aveva-
no rinchiuso un mucchio di cicale nella scatola del-
le matite, e sotto il loro cuscino le cicale cantavano
una canzone che i ragazzi conoscevano da sempre e
dimenticavano al sorgere del sole.
Ranocchie d’oro stavano sulle punte dei piedi senza ve-
dere le loro ombre nell’acqua, ed erano come picco-
le statue della solitudine e della quiete.
Allora la luna inciampò nei salici e cadde nell’erba folta.
Ci fu un gran brusìo di chiacchiere tra le foglie.
Accorsero i bambini, raccolsero nelle loro mani grassocce
la luna e giocarono tutta la notte nel campo.
Ora hanno le mani d’oro, i piedi d’oro, e dove passano la-
sciano certe piccole lune sulla terra bagnata.
Ma, per fortuna, i grandi che sanno tante cose non ci ve-
dono bene.
Soltanto le mamme sospettano qualcosa.
Perciò i bambini nascondono le mani dorate nelle tasche
vuote, così che la mamma non li rimproveri per aver
giocato tutta notte di nascosto con la luna.
Ghiannis Ritsos, 1938