Si deve a Jacob Lévy Moreno (1892-1974) il conio del termine e l’introduzione dello psicodramma, e anche del “sociodramma”, nella psicoterapia di gruppo. Per le sue riflessioni sulla creatività e la spontaneità nei bambini e negli adolescenti e per i collegamenti col teatro, di cui coglie la valenza terapeutica, Moreno fu tra gli autori-ispiratori dell’animazione teatrale degli esordi (il suo libro “Il teatro della spontaneità” uscì in Italia nel 1973, a cura di Antonio Santoni Rugiu per l’editore Guaraldi).
In una seduta di psicodramma (spontaneo, programmato o con prove), i partecipanti – siano essi attori o spettatori, essendo la seduta un atto cooperativo e comunitario – forniscono la materia ispiratrice dell’azione e della sua rappresentazione. Lo psicodramma può avere un’applicazione di tipo preventivo, diagnostico, educativo, sociologico, psichiatrico e in questo senso, i partecipanti sono i diretti beneficiari degli eventuali esiti (catarsi) della rappresentazione. (LP)