identità-alterità-adolescenza
L’ombra introduce la categoria del doppio non come duplicazione di qualcosa o di qualcuno come succede nel ritratto. Essa duplica in presenza di qualcuno. Il doppio è (nel caso dell’ombra) l’assenza nella presenza. L’ombra non è una semplice copia; essa lega il soggetto reale al tratto, al profilo, alla rappresentazione. C’è contiguità. Trattiene qualcosa di sé del modello anche quando del modello non resta altro che la propria silhouette disegnata e ritagliata. Nel caso dellasilhouette permane la traccia del segno ricavato dall’ombra di una persona reale. Per gli antichi l’ombra è anche la psiche. Di qua deriva probabilmente il valore simbolico e affascinante delle rappresentazioni. Perché ci siano ombre occorre la lucerna (una lampada, una candela, un punto luce) che fa luce, nel senso di illuminare, di svelare un modello velato da uno schermo. La luce svela ciò che loschermo rivela. Il modello nascosto si rivela a se stesso, nel caso di ombre di corpi umani – ombromania – o di sagome rappresentanti i ragazzi medesimi. Infatti, il teatro delle ombre, oltre ad insegnare una tecnica dalle molteplici valenze, permette di lavorare con gli allievi sui temi dell’identità e dell’alterità tanto importanti nella fase liminare dell’adolescenza. L’ombra, come la maschera, come il riflesso nello specchio sono ciascuna una variante rarefatta della persona e sono mezzi che consentono al ragazzo di mostrarsi, pur nascondendosi, di conoscersi ed acquisire consapevolezza di sé.
Temi-luce-schermo-sagome
Questi elementi variano a seconda del periodo storico e della cultura. In origine i temi erano d’ispirazione mitica, magica e religiosa per arrivare a raccontare leggende e favole. Oggi dipendono dai gruppi e dalle compagnie che mettono in scena gli spettacoli di teatro d’ombre. Per creare delle ombre è necessaria una qualsiasi fonte luminosa puntiforme statica e /o in movimento: sole, luna, fuoco, candela, torcia, faro, lampada alogena, led, ecc. Più la luce è diffusa, più risulterà sfocata. I punti luce potranno essere visibili o invisibili, fissi o mobili e la luce potrà essere nitida o diffusa a seconda degli effetti che si vogliono ottenere. Il posizionamento del punto luce varierà in rapporto allo schermo e alla sagoma. Anche gli schermi possono essere fissi o mobili e ottenuti con molteplici supporti: carta da lucido, carta falsa pergamena, carta oleata, carta velina, plastica di vario genere, tele di vario genere, di diversi colori, di differente opacità e brillantezza. I diversi materiali contribuiscono ad ottenere effetti molteplici: nitido /sfocato, concreto/astratto, reale/immaginario, ecc. Le sagome possono essere ottenute con le mani, con i corpi, costruite con cartoncino, plastica, metallo, legno, gelatine … o dipinte con colori trasparenti. Possono essere fisse o mobili, grandi o piccole, opache o trasparenti, bianche, nere o colorate. Sagome particolari ottenute con contorni pieni contro un fondo contrastante sono le silhouettes. In origine il termine silhouette non era un nome comune ma un nome proprio: quello del ministro delle finanze, incaricato da Louis XV di rimpolpare le casse dello stato svuotate a causa delle guerre. Monsieur Silhouette non riuscì a portare a buon fine la sua missione; ciò nonostante, per aver voluto realizzare delle economie a corte, fu preso di mira dai contemporanei. Si racconta ad esempio che i suoi nemici fecero tagliare e diffondere un gran numero di esemplari di suoi profili caricaturali. Sembra che da allora tutto ciò che fosse striminzito, secco e meschino prendesse il nome di Silhouette. In seguito questa parola è rimasta ad indicare i disegni uniformi, il cui solo bordo si differenzia dal fondo.(MDR)