Un tempo il diverso era accettato con naturalezza, ed aveva un suo posto nella cultura teatrale (il Fool shakespeariano, lo Jurodivyj di Puškin e Mussorgskij). Poi, il razionalismo ed il positivismo lo hanno espulso. Oggi, in teatro, qualcuno riesce nuovamente a valorizzarne il gesto e la parola, a farla diventare espressione poetica. Ma è un’impresa non facile, e irta di trabocchetti (vedi anche handicap). (CF)