Canto delle Torri
“Io so che la bellezza non ha bisogno di noi. Siamo noi ad averne bisogno e ad inseguirla.
In questi giorni pieni di incertezze, scrivo parole sul corona virus, e tutti forse ne scrivono…
Mi sto avventurando in un lungo racconto, il Canto delle Torri in cui, in realtà, questo virus rimane periferico.
Sono infinite le Torri che appaiono all’orizzonte nell’unica città in cui viviamo (…Torre del tempo perduto… Torre degli Asinelli in Bologna… Torre degli alibi e delle fughe… Torre di Doha nel Katar… Torre dei baci appassionati…).
La storia continua e non credo che finirà.”
Guglielmo
Canto delle Torri
……
Con l’arrivo della primavera, ancor più alte sembrano emergere le Torri dalla Pianura.
Le nebbie dissolte e chiaro il cielo.
A mano a mano che la Pianura si estende, prendono forma all’orizzonte altre Torri: una selva che tutto intorno segna i confini tra cielo e terra.
Cercando dentro i labirinti delle solitudini, mi trovo a camminare. Così… come modo di pensare!
Anche un Dio creatore, penso, non può essere pensato che in solitudine!… Anche ogni scienziato, ogni inventore, ogni artista, ogni poeta…
Se io facessi il cronista dei fatti, riporterei quanto accade e farei grandi elogi a quanti combattono in prima linea una lotta impervia contro il corona virus insidioso… e farei cosa giusta elogiando anche gli editori e i giornalisti informatori…
Ma io faccio il narratore… e nel “racconto” posso guardare le cose con visione obliqua, talvolta impertinente!, per scoprire cosa si può celare dietro le apparenze…
……
La Torre del Faro
Mi sembra bene augurante, questa che vedo per prima. Il Faro illumina la notte ed evita gli scogli alle navi che affrontano gli oceani.
Mi domando perché, tra le torri che mi vengono incontro, si presenta per primo, quasi scegliendomi, il Faro.
La torre emerge da una rocca alta a picco sul mare, e per chi la vede da lontano è il profilo nitido e solenne, disegnato tra il cielo e le acque, di un gigante in piedi lì a tutela del promontorio e delle coste rocciose che si perdono per chilometri.
Non solo i boscaioli del paese vicino e i sognatori solitari ne ammirano il profilo cercando ispirazioni e costruendo favole. Anche le capre selvatiche e i cavalli bradi e liberi scandiscono il ritmo del tempo di cui il faro è testimone immobile.
……
Dal mare, ad ammirarlo, ci sono gli abitatori delle acque.
I delfini spiccano salti sopra le onde per meglio contrastarne l’immobilità.
Le murene si affacciano dalle tane tra le alghe e i coralli e ne colgono i riflessi di luce dopo il tramonto…
Di notte i pescatori si orientano, misurando le distanze, e non perdono la dritta fra le correnti.
Gettando le reti, più d’uno affida i suoi voti alle onde e ai riflessi di luce sfuggenti.
Ogni tanto una nave grande passa al largo, e i viaggiatori, i più sognatori, sollevano i binocoli e guardano il faro incantati, forse chiedendone lumi…
Il custode vive lì, solitario, nel faro, orgoglioso della sua solitudine.
Lui sa di essere tra i pochi, nel suo mestiere, che possono abitare ai piedi della torre. E’ quella la sua casa.
Nei suoi silenzi c’è il fragore delle onde… che diventano musica per chi sa entrare nel respiro del mare.
Mi metto in ascolto.
Canto del Faro
Adesso le vedo le navi!
Dai porti partono e vanno per mari.
Partono quando è notte… e tutte cercano il Faro.
Quando la luna e le stelle non bastano nella notte ad orientare i passi, quando anche la meta sembra scomparsa… è qui la meta, nel Faro!
Quando appare all’orizzonte penetrando anche brume e nebbie, quando i primi riflessi si frangono nelle onde… le navi mandano segnali di saluto e cominciano una danza in grandi cerchi sopra le acque…
Dicono i vecchi marinai che siano, questi, rituali antichi di propiziazione per tenere lontane le onde maligne e le tempeste…
Non è cosa inutile, per poeti e cantastorie, trovare qui dimora.
E quando il viaggiatore che va per mari scopre quelle luci intermittenti che si riflettono nelle acque… è soltanto per celia, per tenere i segreti, che va oltre. In realtà deposita qui i suoi sogni… e sogna di ritornare…
Non sono poche, nei paesi di costa, le barche che, in questi tempi di corona virus, quando la sera lasciano i porti per la pesca, indugiano anche loro in danze rituali, cercando lumi!
……