Una non-favola
Ritorna di nuovo il nostro Pulcinella per raccontarci una non-favola. “Verde Bianco Rosso contro il COVID-19” #iorestoacasa
DettagliRitorna di nuovo il nostro Pulcinella per raccontarci una non-favola. “Verde Bianco Rosso contro il COVID-19” #iorestoacasa
DettagliPoche settimane prima della Liberazione mi affacciai al balcone della mia casa di Parco Grifeo, e detti uno sguardo al panorama di questa città martoriata: così mi venne in mente la commedia e la scrissi tutta d’un fiato, come un lungo articolo sulla guerra e sulle sue deleterie conseguenze.
Eduardo De Filippo
La bellezza necessaria, di questi miei giorni, si cela in angoli inattesi. Proprio lì dove si è accumulato quel batuffolo di polvere che attendeva, nascosto, di essere stanato. Si cela nella sospensione. Si cela nelle parole di una canzone che risuona nella testa e ti obbliga a cantarla, mentre metti su il suo vinile. Nelle immagini di un film che ha aspettato troppo tempo per essere visto. Si cela nella speranza di buone notizie.
“Ma non preoccupatevi il cielo è sereno, oggi non ce ne sono più tanti.”
Il teatro che si fa e si vede in carcere, o in teatri che lo accolgono, possiede la bellezza dell’invisibile che prende forma in ognuno dei corpi e delle anime delle detenute e dei detenuti.
Ognuno di noi, facendo la propria parte, desidera dare spazio a queste voci anonime e straordinarie.
Nella Rassegna Destini Incrociati si può fare formazione sul vedere teatro in carcere, raggiungendo le scuole, coinvolgendo i cittadini, creando ponti tra interno ed esterno: ponti di nuova bellezza.
Ecco come si è lavorato nel seminario di formazione destinato agli operatori territoriali in Piemonte, dedicando un’attenzione particolare all’accompagnamento alla visione del Teatro Carcere.
Sono nella mia casa, nel mio spazio, tra quattro mura. Scelgo una parte di muro. Che cosa è’ per me, adesso, questo muro? Lo avevo mai toccato prima?
Mi protegge? Mi blocca? Mi ci tiene? Mi sostiene? Mi intrappola?
Su queste domande e riflessioni vengono create piccole sequenze e partiture fisiche.
A cura del gruppo di teatrodanza Lotus.
“La quarantena e l’isola… ma non di Prospero, quanto della nostra casa in questo periodo.
Il racconto di Ludovica sulla “Tempesta” ha fatto emergere dal cassetto di Agita questo documento del 2006 che, quando si dice il caso, ebbe come spazio scenico l’isola del Lazzaretto Nuovo nella laguna di Venezia, luogo di quarantena per le navi della Serenissima sospette di contagio. Lungo le pareti si possono leggere ancora i grafiti, alcuni commoventi, dei marinai e dei mercanti colà rinchiusi”
Dietro una frangia spessa e la montatura scura degli occhiali si nasconde il suo sguardo acuto e profondo. Non ama mostrarsi Ludovica, preferisce rimanere sullo sfondo. Se interpellata risponde quasi a monosillabi. Da tre anni è una mia allieva, una di quelle che a volte sfuggono alla nostra attenzione, perché non rientrano tra il genere dei super-talentuosi o degli scapestrati. Durante le lezioni di letteratura, non prende appunti, preferisce ascoltare. Ogni tanto tossisce, quella tosse insistente non le dà tregua, come se fosse lì a ricordarle la vita che le strepita dentro. Da tre anni Ludovica frequenta anche il Laboratorio teatrale della scuola. La unisce al gruppo un legame fortissimo anche se silenzioso. Dove sono le parole di Ludovica? Ogni tanto me lo sono chiesta. Sabato mattina, mentre il mondo intero si stremava in una lotta per la vita, e anch’io mi sforzavo di trattenere l’energia e la positività di cui i nostri ragazzi hanno bisogno, Ludovica mi ha inviato un dono: le sue parole in un racconto. Grazie, Ludo.
Francesca Maria Rizzotti (insegnante e operatrice teatrale, IIS Amaldi Sraffa, Orbassano)